prima intervista ufficiale da neo-pridente del Bellinzona Calcio di Giulini.
Ieri sera è stato eletto all’unanimità. Un commento…
“Mi ha fatto molto piacere. E' un onore essere il presidente. Eletto da un gruppo con esperienza di persone molto valide. Il mio pensiero è andato subito a tutti i presidenti che mio hanno preceduto e che hanno portato il Bellinzona al punto in cui siamo oggi. Ed il mio primo desiderio è dunque stato quello di ringraziarli".
Obiettivi?
“Mi sembra che, prendendo spunto anche dalla lotta per le Officine, il Bellinzona è una locomotiva che viaggia sui binari giusti. Bisogna far continuare questo viaggio. Ed io darò il mio contributo perché tutto questo possa continuare. Bisogna però conservare realismo e conoscere i propri limiti. Vogliamo un calcio responsabile ed attento ai bilanci. Eviteremo le cifre rosse. Ed eviteremo le pazzie e le follie di questo calciomercato che con certe cifre sta mostrando tutta la sua incoerenza e la sua vergogna, soprattutto in un mondo dove ci sono problemi di fame e povertà. Su questo tema c'è oggi un bell’articolo di Arrigo Sacchi sulla Gazzetta dello Sport, ed invito tutti a leggerlo perché penso che rifletta bene un giusto atteggiamento critico verso questo calcio sempre più business e sempre meno sport. Bisogna invece credere nel lavoro, nel dialogo, nella pazienza, nel gruppo ed usare tutte le possibilità che ci sono per fare sempre meglio. Sarà importante creare il gruppo dentro e fuori dal campo. E noi lavoreremo in questo senso”.
Una parola sulla Coppa Uefa…
“Una bella avventura. Molto emozionante ed eccitante sentire la parola “Bellinzona” quando con Marco Degennaro siamo stati al palazzo della Uefa per il sorteggio. Il primo incontro però sarà molto difficile. Sarà una bella sfida. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Conosco gli armeni e sono gente che non molla mai. Nessun pronostico: ma sono fiducioso. Faremo di tutto per passare il turno”.
Capitolo stadio. I tifosi sognano un impianto avveniristico anche a Bellinzona…
“Bellinzona - la città, la società, i giocatori ed i tifosi - merita uno stadio. Questo è uno degli scopi del nuovo CdA. Non facciamo proclami o promesse. Ma già posso dire che opereremo con tutte le nostre forze per dotare il Bellinzona di uno stadio nuovo. All’avanguardia. Un confetto che possa utilizzare anche forme di energia rinnovabile come il solare”.
Si parla di Castione e Tenero…
“E’ prematuro per dirlo. Pensiamo al Bellinzonese, ma stiamo ancora seguendo due o tre direzioni. A me piace parlare quando c’è qualcosa di concreto. In questo momento ci sono solo delle trattative. Dunque niente di concreto”.
Passiamo al mercato. Il colpo grosso è stato l’ingaggio del centravanti del Lucerna, e nel giro della nazionale, Mauro Lustrinelli…
“Lustrinelli è senz’altro un colpo grosso. Per la sua esperienza. Per la sua figura umana e di calciatore. E soprattutto perché, in queste poche partite che ho visto, si vede che ha una grande voglia di riscatto. E questo è molto importante. Speriamo di potergli offrire un ambiente dove possa trovare l’espressione migliore per i suoi ultimi anni di carriera sportiva”.
Marco Schällibaum riuscirà a raccogliere la pesante eredità lasciata in panchina e nello spogliatoio da Vladimir Petkovic?
“Io sono arrivato solo a febbraio e purtroppo ho avuto poche occasioni per conoscere Petkovic. Mi sono dunque affidato all’esperienza dei dirigenti del Bellinzona. Il nuovo allenatore ha iniziato benissimo. E’ una persona di grande sensibilità ed un grande lavoratore. Le premesse sono buone. Poi vedremo…”
Una parola sui tifosi dell’ACB…
Li ho molto osservati. Quando ci sono state le partite con la pioggia rimanevano sugli spalti. Nella trasferta a Basilea per la finale sono stati formidabili. Sento che c’è un grande cuore. E soprattutto c’è un’affezione a dei valori. E questo mi fa molto piacere. L’ideale è un tifo appassionato con il rispetto per l’avversario. In questo senso i tifosi del Bellinzona già si distinguono. E spero che continueranno a farlo”.
Un passo indietro. Lei è molto vicino al direttore generale Marco Degennaro. E’ lui che l’ha portata a Bellinzona?
“Degennaro, assieme ad altri della società, hanno fatto delle proposte. Poi ci siamo trovati e c’è stata una convergenza di modi di sentire. E dunque aldilà degli aspetti economici, che sono anche importanti, c’è stata subito una corrispondenza a livello umano. E questo aiuta. Provo grande stima per lui e per il suo lavoro. E riveste della mia piena fiducia”.
Lei è stato nel CdA dell’Inter. Che persona è Massimo Moratti?
“I giornali hanno scritto moltissimo su di lui. Quindi non aggiungerei niente”.
Ma il Moratti del Bellinzona sarà lei?
“No, no. Assolutamente no. C’è una diversità di formazione e, diciamo così, quantitativa notevole. Sono vite diverse. Esperienze diverse. E poi è anche giusto: ognuno ha la sua individualità”.
I tifosi granata comunque sperano che lei sarà più vicino ad essere il Moratti del Bellizona rispetto al Belardelli del Bellinzona…
“I tifosi è anche giusto che abbiamo una diffidenza. E’ un diritto di tutti. E non ci sono parole o promesse che possano far venire meno alla diffidenza. E’ solo il tempo che dimostra come uno lavora. Io confido nel tempo. Non bisogna avere fretta ed i risultati arriveranno”.
joe.pieracci@teleticino.ch
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